martedì 29 marzo 2011

CP COMPANY DI ENZO FUSCO: SPORTSWEAR A PITTI. BACK TO THE FUTURE.

CP COMPANY ed Enzo Fusco: grande attesa per la nuova collezione primavera-estate 2012.


L’azienda e lo stilista, prestigioso ritorno per la moda UOMO Sportswear nel 2010 saranno ancora presenti sulle passerelle di Pitti?

Quali saranno le tendenze sperimentali che Enzo Fusco farà indossare ai suoi capi CP?

Un po’ di storia regala forte suspence…








CP COMPANY scelse nel giugno 2010 la vetrina di Pitti, come location per il lancio della nuova collezione, firmata Enzo Fusco per la primavera-estate 2011.


venerdì 18 marzo 2011

FUORIdiTASTE part 1 Re-make-it: quadri?No! Vassoi MarioLucaGIUSTI…FORSE!





Fuori di Taste’ special event, per TASTE N.6, la manifestazione fiorentina che conduce in viaggio tra i sapori e la qualità del gusto del made in Italy. ARCHIVIOPERSONALE, Alessandro Moradei e The Creatures Factory presentano nella sera dell’11 marzo Re-make-it!, exhibition party, presso la coworking&design gallery 22A/22+Societé Anonyme di Firenze.

Il progetto Re-make-it! ha chiamato 30 giovani tra artisti, designer, graffitisti, grafici e fumettisti per la rivisitazione di 30 vassoi della collezione MARIOLUCAGIUSTI.

Fuoriditaste part 2 Archichef é : Uncprogetti in Pie(S)tanze. 6 golosi atti per Pièce a 4 mani!


Firenze, 11-14 marzo, é di scena Fuoritaste, il calendario degli eventi OFF della Sesta Edizione di Taste, manifestazione in viaggio con le diversità del gusto. UNCprogetti, studio di architettura, protagonista della 1° serata di Archichef, venerdì 11 marzo, ci invita alla mise en espace della cena PIE(S)TANZE. Location d'eccezione, le trasparenze minimal design dell'associazione GANZO, che si fa teatro del living-dinner in 6 atti, magistralmente preparato dagli architetti, che ci conducono lungo l'immaginario percorso di un appartamento cittadino: un piatto per ogni stanza.

venerdì 4 marzo 2011

SUSPENSE. SCULTURE SOSPESE A UN FILO.

FIRENZE – Al Centro di Cultura Contemporanea EX3 sabato 19 febbraio, si é inaugurata la mostra “SUSPENSE, sculture sospese”. (19/02-08/05)


"Era mattino presto e il un mare era calmo al largo del Guatemala, quando sopra il mio giaciglio - una corda arrotolata - vidi l'inizio di una fiammeggiante alba da una parte e la luna che pareva una moneta d'argento dall'altra."

Così appuntò Calder durante il tragitto da New York a San Francisco, ignaro ancora che la frase sarebbe divenuta la definizione delle sue opere d'arte, denominate “mobiles”.

L'esposizione curata da Lorenzo Giusti e Arabella Natalini é un'indagine intorno al concetto di “sospensione” in scultura, coprendo un arco temporale circoscrivibile tra il 2000 ed il 2010 con opere di artisti diversi per età e provenienza.

Calder, l'artista considerato il padre fondatore della scultura sospesa, fu il primo ad aprire il dibattito sull’identità di oggetti scultorei, che si ponevano in completa antitesi rispetto alle caratteristiche, generalmente considerate appartenenti alla scultura.
Fu Duchamp a dare una delle prime definizioni all’autore dei mobiles, quando ammirando un´opera astratta composta di forme piane che si univano tramite fil di ferro ne constatò la sua estrema leggerezza, tale che perfino il più debole soffio d’aria la mettesse in movimento.

Oggetti tridimensionali elevati da terra, che si pongono in aperto contrasto con l’idea di pesantezza e stabilità tipiche della materia plasmata in scultura. L’abbandono del piedistallo, pratica sviluppata nel corso delle sperimentazioni degli anni ’60-’70, in antitesi alla scelta del Brancusi di definirlo elemento intrinseco dell’opera stessa.

Tale rivoluzione condusse all’introduzione di nuovi canoni espressivi per l’oggetto scultoreo, come leggerezza, mutevolezza, instabilità, inconsistenza.

Caratteristiche che innescano una relazione inscindibile con la società attuale, i cui tratti distintivi sono rintracciabili nella sua “liquidità”, come sostiene Bauman, generatrice di disgregazioni, insicurezze, indeterminazioni.

giovedì 3 marzo 2011

DEAPHOTO presenta: LEGGERE IL TERRITORIO. Il Progetto fotografico come Analisi del paesaggio urbano contemporaneo. Sandro Bini+Davide Virdis, menti del Workshop si raccontano…


Sono aperte le iscrizioni al workshop LEGGERE IL TERRITORIO: IL PROGETTO FOTOGRAFICO COME ANALISI DEL PAESAGGIO URBANO CONTEMPORANEO, a cura del fotografo Davide Virdis e Deaphoto, che si terrà il 12 ed il 26 marzo a Firenze.

Registrare i cambiamenti del contesto metropolitano attraverso la propria macchina fotografica, proiettare la propria sensibilità a cogliere le geometrie architettoniche di palazzi, osservare angoli di strade apparentemente privi di rilevanza, che risultano, invece, elementi significanti nel contesto.

Sandro Bini, mente e docente di Deaphoto spiega che il coinvolgimento espresso da anni dalla sua scuola per la fotografia del paesaggio, è un atto di “interesse di tipo umanistico e sociale. Imparare a valutare visivamente, fotograficamente il nostro paesaggio significa, cercare di capire quali sono le dinamiche delle trasformazioni in atto e le dinamiche culturali, economiche e sociali, di chi lo abita”.
Il workshop si pone, infatti, l’obiettivo di riflettere e mettere in pratica l’approccio metodologico con cui rapportarsi al luogo dell’indagine, talvolta singola architettura, altre, porzione di tessuto urbano.

Particolare rilievo è dato allo studio del punto di vista del fotografo, che, inconsapevole ed istintuale se non educato, viene “fatto emergere”, al fine di massimizzare le potenzialità creative rivolte all’object e alla costruzione del racconto finale.
Davide Virdis, curatore del seminario, architetto e fotografo, sottolinea quanto la consapevolizzazione del point of view del fotografo sia il passo necessario che determina, poi, la professionalità dell’approccio.

L’esperienza di Virdis mette in risalto quest’aspetto, sentito e vissuto come ricerca personale, come affermano le sue parole, raccontando la propria esperienza: “a tre esami dalla laurea decisi di chiudere il mio percorso di studi, coinvolgendo la fotografia con la quale, fino ad allora, avevo un rapporto esclusivamente passionale. Decisi di proporre, quindi, una tesi che approfondisse il rapporto tra questo linguaggio e la rappresentazione dello spazio.
In quel periodo, in Francia si realizzava il progetto della Datar, a Milano Achille Sacconi e Roberta Valtorta conducevano la realizzazione dell'Archivio dello spazio: si parlava tanto di "progettualità della fotografia, ma non avevo ancora chiaro come il lavoro del fotografo potesse entrare attivamente nel percorso progettuale.
Ammiravo il lavoro di Basilico, mi affascinavano le immagini del gruppo di fotografi che gravitavano intorno a Luigi Ghirri, ma vedevo sempre il loro lavoro come qualcosa di autoreferenziale, e quindi "significativo" in quanto tale!
Volevo però capire se veramente esisteva una strada che potesse definire la dimensione dell'architetto-fotografo: avere cioè con la fotografia un rapporto creativo, fondato sulla soggettività dell'autore, tale da definire la sua ricerca artistica, ma che trovasse le motivazioni del suo essere, all'interno di un vero percorso progettuale.

mercoledì 2 marzo 2011

Happytech - macchine dal volto umano


Inaugurata a Bologna il 03 febbraio, grande protagonista di Artefier    a 2011,          Happytech- macchine dal volto umano,
é visitabile dal 22 febbraio al 31 marzo presso
la Triennale Bovisa di Milano.

L'esposizione, che mette a confronto due realtà spesso considerate agli antipodi, quali ARTE e SCIENZA, risulta essere in ultima istanza un progetto relazionale e aperto che s'interroga sul rapporto di quest'ultima con l'essere umano.



Realizzata dalla Fondazione Marino Golinelli in partnership con la Triennale di Milano, a cura di Giovanni Carrada, Cristiana Perrella ed in collaborazione con Silvia Evangelisti, propone un'esplorazione dei paradossi che dividono ed uniscono il rapporto uomo-tecnologia.
Partendo dall'assioma che sia la cultura a nutrire il pianeta, la mostra ha come primo obiettivo la formazione, l'educazione e lo sviluppo di una cultura creativa nei giovani.
Nella società odierna la scienza é considerata metodo, oggettività, pertanto appartenente alla sfera della razionalità.

Fa da contraltare l'espressione della sensorialità e dell'emozionalità, realizzate dalla dimensione della creatività artistica. E' sconosciuto ai più, che tale categorizzazione derivi soltanto da una recente separazione.