venerdì 18 giugno 2010

Shangai World Expo 2010 – Il padiglione austriaco: una sperimentazione musicale


URBAN LIFE è il tema dell’indagine, sviluppata all’interno di Expo Shanghai 2010.

Vita urbana che si delinea attraverso mille forme e modi diversi di aggregazione, di scambio di informazioni e costituzione di nuclei sociali.

Imperativo: innovazione tecnologica e progettazione architettonica devono farsi interpreti delle esigenze dell’individuo che si muove all’interno di un territorio, eleggendolo a prima fonte di ispirazione e referente ultimo, in grado di giudicare il risultato di un’opera.


“Interazione” e “dialogo”, le due parole chiave che disegnano una linea trasversale di congiungimento tra culture diverse, determinando un tavolo virtuale di confronto.


Biglietto da visita, per ogni paese partecipante, è la struttura che ne ospita le opere.
In vetrina alcuni tra i più importanti studi di architettura al mondo, che non mancano di stupire attraverso le proprie realizzazioni , sperimentazioni al limite delle leggi fisico-matematiche.


È mai possibile che tra i tanti stati, estesi territorialmente e altamente popolati, salti all’occhio l’opera di un così piccolo paese, come l’Austria?

Avviciniamoci allora al Padiglione Austriaco.

Il progetto porta la firma degli architetti viennesi di SPAN (Matias del Campo & Sandra Manninger) & Zeytinoglu (Arkan Zeytinoglu), vincitori nel 2009 del relativo concorso di progettazione.




È proprio Matias del Campo a spiegare come la grande forza, che si nasconde dietro il progetto possa essere descritta semplicemente come tensione acustica: vera e propria musica.


In linea con questa affermazione sperimentiamo un particolare metodo di analisi : descrivere l’opera attraverso le categorie del grande R. Wagner, compositore/innovatore nel panorama della musica classica del ‘900, che, con gli architetti del progetto, ha in comune il fatto di affondare le proprie radici nella medesima cultura.



Armonia: il padiglione è una struttura biomorfa che si sviluppa su due piani.

L’edificio, disegnato da geometrie curvilinee, che ne caratterizzano lo slancio ritmico, pare evocare morfologie fossili ancestrali, disponibili in natura: semplici allo sguardo, complesse nella loro riproduzione fisico-matematica.





Cromatismo: il rivestimento consta di oltre 10milioni di piastrelle esagonali in porcellana, la cui colorazione sfuma gradualmente dal rosso al bianco, in onore della bandiera nazionale austriaca.

La scelta della porcellana non è causale, ma dedicata, da un lato all’antica tradizione di produzione ceramica esistente in Austria, e alle sue antiche origini cinesi dall’altro. Ricordiamo un precedente importante nella storia dell’architettura austriaca, come Hundertwasser (Hundertwasserhaus), per la maestria nel rivestire le pareti dei suoi edifici con ceramiche irregolari e colorate. Forse un’ inconsapevole citazione?


Contrappunto:la tessitura del progetto si ispira all’idea di continuità spaziale, data da superfici senza giunture e da armoniosi passaggi curvilinei tra i diversi spazi, che sembrano evolversi l’uno dall’altro, in una perfetta tensione senza soluzione.

Il gradiente cromatico scelto per la facciata contribuisce a sottolineare questa caratteristica dominante.


Orchestrazione: durante la fase di progettazione, SPAN & Zeytinoglu hanno lavorato esclusivamente in digitale, generando modelli che si sono rilevati strumenti essenziali per il coordinamento tra architetti e imprese. Interazione tra tecnologia e procedura di realizzazione: la struttura principale in acciaio è stata calcolata con un diagramma generato al computer ad intervallli di 60 centimetri. In cantiere al fine di garantire la conformità della realizzazione al progetto, è stato utilizzato un moderno scanner 3-d per il controllo a campione di aderenza, al modello digitale.

Arkan Zeytinoglu, spiega che le relazioni spaziali volute all’interno del padiglione, esprimono equilibrio, caratteristica che ogni componente strutturale e spaziale, contribuisce a mantenere, nel doppio ruolo di elemento architettonico costruttivo e di definizione del significato degli spazi.

Tutto questo conduce direttamente al leit-motiv sottostante l’opera, in cui l’equilibrio è dato dall’unità di concetti, quali simbiosi e separazione tra città e campagna.

Paesaggi astratti e spazi sensoriali generano un pulsante movimento, dallo spazio naturale a quello culturale urbano, condensato acusticamente.

Vengono, pertanto, inseriti all’interno dello spazio espositivo elementi naturali, come neve e ghiaccio allo scopo di poter navigare tra montagne innevate, boschi, fiumi e paesaggi urbani.





“Feel the Harmony”: è infatti il tema del padiglione, cuore pulsante di un movimento ciclico, tra interno e esterno, rappresentato anche dalla sequenza curvilinea degli spazi interni che guida i visitatori lungo l’esposizione, sino all’uscita.

Un’architettura fluida che contrasta la sua natura di fisica concretezza, incarnando la rappresentazione geometrica di particolari caratteristiche sonore, dove lo spazio, da semplice luogo è sublimato a momento esperienziale.

I sensi potranno seguire il ritmo del progetto, amplificato dalle atmosfere create dalle installazioni dei video artist.


Gesamtkunstwerk dunque, in puro stile wagneriano?

L’opera è completata.

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