venerdì 28 maggio 2010

EXPOSANITA' 2010 – SANITà e DESIGN



Bologna Quartiere Fieristico


Si svolge in questi giorni la 17° mostra internazionale al servizio della sanità e dell’assistenza
(17th International Health Care Exhibition 26-29 maggio 2010).


Tema di questa edizione: sanità e assistenza: la persona al centro.
La fiera, accreditata da anni nel settore dei dispositivi medici, si apre in veste nuova, cercando di riguadagnare lo splendore dei primi anni, facendo proprio, un taglio internazionale all’insegna dei target fieristici di Medica a Duesseldorf o di Medec a Parigi.



Per la prima volta si propone un paese straniero, ritenuto interessante per le ricerche tecnologiche
applicate al medicale: la Gran Bretagna.
Deduciamo dal titolo che l’attenzione è rivolta al paziente, protagonista della cura, considerato
finalmente in un’ottica di persona con le sue esigenze implicite e non soltanto rappresentato dai
suoi bisogni, che definiscono lo status di soggetto degente.

Attraversando i vari padiglioni è evidente quanto spazio sia dedicato alle Associazioni Onlus, ai progetti di cura e assistenza, alcuni premiati dall’osservatorio del Politecnico di Milano sino ad arrivare alla strumentazione fisioterapica, dove cura si coniuga con il concetto di benessere.
Aree tematiche divise in ben nove saloni, in cui si alternano seminari, convegni e spettacoli teatrali,
ma zoomiamo per un attimo su uno di essi: SALONE HOSPITAL.


Va da sé che ci stiamo addentrando all’interno dei due padiglioni più tragici e insieme fondamentali
per la cura del malato.

Qui troviamo diverse tipologie di apparecchiature che vanno sotto la denominazione di DISPOSTIVI MEDICI, dove ormai da più di un decennio la rigida normativa internazionale impone il requisito essenziale di Marcatura CE e la ricerca non puo’ che improntarsi all’ottenimento di una sempre maggiore attenzione alla salute e alla sicurezza del paziente e dell’operatore finale.


E’ cambiato pertanto anche il modo di progettare, che predilige un forte investimento di tempo nel disegnare e testare le componenti affinché non esauriscano al primo guasto il loro funzionamento.


Viene privilegiato l’utilizzo di materiali esenti da sostanze tossiche e nocive come il Cadmio che qualora veicolato in ossigenoterapia causerebbe danni irreparabili alla salute.
Materiali polimerici e non più PVC come protezioni murali dei reparti ospedalieri e per costruire accessori come umidificatori di flussimetri e/o mascherine all’insegna del monouso per ridurre il rischio di infezioni ospedaliere.

Tutto questo si inscrive all’interno del paradigma della QUALITà, i cui parametri sono: EFFICIENZA ed EFFICACIA.
Esiste tuttavia un altro tratto molto rilevante, che stupisce applicato al settore MEDICO, che diventa
comune denominatore del prodotto a funzionamento meccanico, elettronico quanto degli arredi ospedalieri.

Di che cosa stiamo parlando, direte?
Di una vera e propria CONTAMINAZIONE: il DESIGN entra prepotentemente nella progettazione dei dispositivi medici, come fattore che presta attenzione all’ERGONOMICO e ciò che più sorprende all’INEVITABILE, ormai, lato ESTETICO.

C’è chi sostiene che in tali ambiti costitutivamente ingegneristici dovrebbe esistere un unico obiettivo che va sotto il fondamentale “l’importante è che funzioni”.

Fortunatamente stiamo assistendo ad una vera e propria rivoluzione in materia che inizia a mettere a tacere gli ortodossi sostenitori della tecnica, che maliziosamente credono che l’introduzione del lato estetico non sia altro che un superfluo tentativo per far aumentare le vendite, poiché il settore è sovraccarico ed è ormai stato realizzato tutto.

Il CONCEPT che inizia ad acquisire un valore di necessarietà è fondato su una importante proporzione: ESTETICA: PSICOLOGIA = BELLEZZA: SALUTE.
Sì perché l’estetica se matura deve porsi di fronte ad una condizione, che da sempre rappresenta un suo opposto, come la malattia, iniziando a considerare essa stessa come CURA e uscita dall’ambito
prettamente negativo del suo essere.

Tale tendenza si riscontra già in apparecchiature meccaniche per definizione:
nel disegno dei riduttori di primo stadio dalla silhouette assottigliata per alleggerire la pesantezza dei materiali quali acciaio inox o ottone cromato, nelle carpenterie di contenimento delle valvole chiuse da sportelli trasparenti in plexiglass.

I risultati sono invece espliciti soprattutto in elementi quali i monitor di ecografi, veri e propri televisori al plasma o lcd, dal design minimale in colori diversi a cui sono applicati software specialistici che riproducono gli organi con il massimo rispetto della precisione della misura, attraverso schermate orientabili secondo coordinate 3d e attraverso un secondo tipo di visualizzazione rendering, con la capacità di far vedere per esempio ad una futura mamma, l’immagine realistica della fisionomia del suo bambino.

I letti in cui l’ergonomia è un must con superfici ribaltabili, regolabili e auto moventi, concepiti in materiali non infiammabili e lavabili, ma naturali come legni e parquet trattati al fine di eliminare la caratteristica di asetticità, tipica ospedaliera.

Arriviamo ad alcuni marchi come Trilux, azienda leader nel settore dell’illuminazione che persegue
una filosofia sintetizzata nel suo pay-off: “La luce non serve solo ad illuminare. Per questo motivo non costruiamo solo luce.”, che espone sistemi di travi testaletto orizzontali con monitor nani, luce visita, luce lettura e prese per l’erogazione dei gas medicali, contenute all’interno di profilati realizzati in materiali plastici trasparenti nero lucido o satinato per le degenze o per terapia intensiva oppure travi testaletto/ libreria scorrevoli a muro in materiali lignei.
        



Tutta italiana é Casaluci S.r.l, vincitrice del premio Shanghai Expo 2010- Italia degli innovatori, per il suo totem centrale Hydra.
L’azienda crea una soluzione a metà strada tra arredo con funzionalità ospedaliere (il totem in cui passano tubazioni gas da un lato e fili elettrici dall’altro, separati in due vani per lato incomunicabili per esigenze di sicurezza) e funzionalità da design hi-tech, visto il profilo slanciato e leggero con luci superiori in led bianche o blu, a variazione cromatica ed inferiori come tenue illuminazione notturna. Rende conto all’economia degli spazi attraverso i due comodini laterali apribili con maniglia angolare antitrauma e tenda di separazione Privacy a rullo apribile all’occorrenza, riposta nel vano centrale in situazione di non utilizzo.








Da Lecce spostiamoci a Modena e conosciamo l’azienda UPM, una tra le poche aziende in Italia produttrice dei sistemi Privacy di separazione tra posti letto, che è arrivata a realizzare tende che mantengono i requisiti di sicurezza, strizzando l’occhio alla psicologia, soprattutto quella dell’età infantile.
Tessuti antincendio, antimacchia e autoclavabili, con anelli a sgancio rapido anti-strappo sorretti da bracci che si richiudono ruotando di 90° dx-sx e paralleli a muro.
Da poco i tessuti possono essere personalizzabili con disegni di qualsiasi tipo, anche realizzati dal cliente. Esempio fondamentale è la gamma di fumetti già disponibile in catalogo al fine di contenere il trauma della degenza ospedaliera per i bambini.









In questa ottica si muovono anche altre case costruttrici di protezioni murali, elementi di arredo come corrimano, paracolpi e paraspigoli in materiali come l’Acrovyn o derivati dal polistirolo,
che garantiscono resistenza agli urti come le caratteristiche di anti-proliferazione batterica, offrendo
i prodotti in una vasta gamma di colori pastello sino ai fluo come fucsia o blue: cromoterapia indiretta?
Esistono inoltre delle piastre applicabili alle porte delle stanze o dei muri con la stessa funzione dei paracolpi che potrebbero far sbizzarrire i progettisti di interni, poiché si possono tagliare nelle forme più disparate a costruire onde e curve colorate sulle pareti, sempre al fine di riportare l’elemento del gioco all’interno di luoghi non facilmente allegri.

Design, quindi, ancora una volta ma con una destinazione d’uso nuova, per ricordare che l’estetica
puo’ andare oltre l’elemento contemplativo e in taluni contesti farsi valore curativo.

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