venerdì 20 maggio 2011

TECH IT EASY COLLECTION: ZPS_STUDIO a SLOW DESIGN...intanto ARCHICHEF -Atto II



Venerdì 11 marzo negli spazi di SLOW DESIGN é stata presentata EASY TECH COLLECTION, progetto che porta la firma di ZPSTUDIO. La linea di complementi di arredo, già accolta con entusiasmo al Salone di Milano, al Design Week di Torino, al London Design Festival e alla Stockholm Furniture Fair, si apre per la prima volta al pubblico di Firenze.

Era il 1962, quando Thomas Kuhn in La Struttura delle rivoluzioni scientifiche, pose di fronte agli scienziati di tutto il mondo, un'idea, responsabile futura di un vero e proprio ribaltamento del concetto di progresso.

L'errore, l'insieme dei risultati in-accettabili delle ricerche scientifiche, messe al bando dalla scienza ufficiale, “i decimali dopo la virgola”, la conferma alle teorie pilastro della nostra visione del mondo, diventa con Kuhn la categoria, soggetto positivo delle grandi rivoluzioni scientifiche.

Che il lato più geniale del “nuovo” nasca spesso grazie ad un processo di casuale serendipity, o addirittura per errore?

Gli architetti Matteo Zetti ed Eva Parigi, menti di ZPStudio ci coinvolgono attraverso la gestazione di Easy Tech Collection all'interno di un moto creativo sperimentale, in cui il design dell'oggetto OFF diventa protagonista estetico, capace di unire artigianalità del progetto a sostenibilità del funzionale sotto il paradigma delle 3F di Castiglioni: FORM FOLLOWS FUN.



Easy Tech, nasce come insieme di prototipi, idee non catalogate dell'attività dello studio nel corso del tempo, non inseribili, però, all'interno di un ciclo industriale di produzione seriale.



Possono tubi e raccordi in PVC normalmente utilizzati per l'idraulica, diventare colorati punti luce, dal nome semanticamente ambivalente, come Visitors: richiamo alla famosa serie tv cult anni '80, fantascienza da un lato, e gioco di parole sulla forma di lampada-visita, occhio osservatore che diffonde luce, dall’altro?



E' pensabile che fogli di PVC, tagliati in forme circolari, animino la cucina come colorati set di tovaglie lavabili?

Oggetti senza futuro fino a quando Parigi e Zetti non decidono di dare inizio ad una auto-produzione, raffinando i modelli iniziali, per arrivare al sorprendente risultato di una curiosa collezione di object per la casa e complementi di arredo.

La linea di oggetti é concepita come insieme di azioni di smart design, dove l'estetica non deve necessariamente seguire la funzionalità.



Parole chiave: riassemblaggio e post-produzione attraverso la re-interpretazione di materiali e oggetti, tratti dalla quotidianità del vivere.

Strumenti utilizzati: manualità che lavora su elementi già esistenti.



Nasce lo slanciato design di EASY POT, vaso componibile o da viaggio, costituito da un unico foglio di PVC dai colori pop, ripiegabile, con chiusura mediante bottoni automatici.



Sua declinazione, le comode tazzine, in versione smarties' colors, porta bicchieri in plastica: fazzoletti in PET, piegati a triangolo, facilmente maneggevoli.



L'originale illuminazione dalle trasparenze di OLOTURIA, lampada tentacolare da soffitto, o mono-tubolare da tavolo, creata con rete per imballaggi in polietilene bianco riciclabile al 100%.



...E ancora KORI, centro tavola o portafrutta, assolo per tubo dalla brillantezza del silicone, avvolto a spirale, legata secondo l'antica arte degli artigiani dei cesti in paglia.

La ricerca di ZPStudio approfondisce la tematica della sostenibilità, mediante il trasferimento della destinazione d’uso di materiali già esistenti. Non solo riciclo, ma creatività estetica che abbatte i costi di produzione, utilizzando ciò che già esiste, plasmato a nuova forma.

La connotazione tech degli oggetti della collezione spiega molto del background degli architetti, che si auto-definiscono “absolute beginners” e che trovano fonte di ispirazione in esempi autorevoli, quali il movimento neo-avanguardistico dei Radicals anni ’70 (Superstudio ed Archigram) e il design giapponese dal taglio netto e definito, sintesi di pienezza semantica contenuta nell’auto-referenzialità della forma.

Esiste nelle opere dello studio un chiaro riferimento alla grafica, ma essi stessi spiegano come sia importante oggi arrivare alla consapevolezza che il design non possa più essere definito “altro”rispetto alle definizioni di arte e architettura.

La dimostrazione della visione che connota il progetto nella sua accezione di Gesamtkunstwerk, viene sottolineata dalla realizzazione di ZPStudio della seconda serata di ARCHICHEF, organizzata sabato 12 marzo per FUORITaste da TOWANT e ARCHIVIOPERSONALE.

Gli architetti si apprestano infatti alla mise en scene culinaria, di una cena dal forte impatto grafico: CMYK, il titolo. Sinestesia di gusto e colori.

L’interessante ricerca di Parigi e Zetti, abbraccia, dunque molteplici aspetti del design, nel superamento della categoria ontologica dell’oggetto, definito nella ricchezza del suo significato, includendo l’azione come elemento dinamico, alla base della sua connotazione.

SLOW Design, galleria, spazio espositivo, ideato dall’omonima agenzia di Nathalie & Roberto di Filitto, risponde esattamente a questi canoni, ponendosi come “luogo d’interazione”, aperto alla sperimentazione e al dialogo tra gli oggetti esposti, lo spazio circostante e l’osservatore: ermeneutica della percezione da cui derivano infiniti racconti.

DESIGN, POESIA E STORY TALES…

http://www.arkidesignblog.it

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